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Zio Paperone e il Valhalla cosmico (in originale, Mythtic Mystery; altri titoli italiani: Paperino e il Walhalla cosmico, Zio Paperone e il pianeta Valalla, Zio Paperone - Il Walhalla cosmico, Zio Paperone e Valhalla cosmico) è una storia a fumetti di 14 pagine scritta e disegnata da Carl Barks. È stata pubblicata per la prima volta nel giugno 1961 negli Stati Uniti, e poi nell'ottobre dello stesso anno in Italia.

Trama[]

Zio Paperone, Paperino e Qui, Quo, Qua sono assorti a contemplare una strana presenza scura che si rende visibile durante la notte a Paperopoli. Secondo le teorie di alcuni scienziati sarebbe una nube di gas opachi, ma un astronomo che si trova lì con i paperi sostiene che sia un vero e proprio pianeta che rischia di impattare con la Terra, tanto più che sembra avvicinarsi a poco a poco.

A quanto pare la misteriosa presenza celeste è anche cause di continue tempeste elettromagnetiche che sconvolgono la Terra; proprio in una di queste tempeste i cinque paperi vengono letteralmente sollevati da terra del vento, e trasportati nell'atmosfera fino a ritrovarsi su un mezzo fantastico, un carro volante trainato da cavalli e guidato da un auriga in abito medievale.

I paperi vengono trasportati in men che non si dica sull'altro pianeta (tale è effettivamente la presenza scura che si vede da Paperopoli). Il corpo celeste ha condizioni favorevoli alla vita, è caratterizzato da una grande presenza di oro, ed è abitato da una popolazione che sembra possedere una cultura simile a quella medievale terrestre. Con ancor più grande stupore, i nostri amici scoprono che il cocchiere si chiama Thor come il dio nordico che nel mito guidava un carro volante; e che il capo del popolo alieno porta il nome di Odino, come il re degli stessi dei nordici.

Inizialmente, per quanto la cosa appaia incredibile, i paperi pensano di essere nel mitico Valhalla, il paradiso in cui credevano gli antichi popoli germanici. Tuttavia il pianeta appare troppo reale per essere popolato da divinità; e alcuni degli abitanti portano nomi di dei sconosciuti ai popoli nordici, come Ercole e Vulcano.

Confrontandosi con la popolazione locale, i paperopolesi si rendono conto che gli alieni credono che la Terra stia cercando di annettere il loro pianeta, e, dopo averli rassicurati che è interesse comune evitare un impatto fra i due corpi celesti, cercano di chiarire la situazione. Ercole spiega a Qui, Quo e Qua che molti secoli prima il loro pianeta e la Terra si erano avvicinati moltissimo, e una serie di tempeste magnetiche aveva trasportato alcuni terrestri nel loro mondo: questi avevano pensato di riconoscere gli dei in cui credevano, e avevano nominato gli alieni Odino, Giove e simili a seconda dei miti; di generazione in generazione, gli alieni si erano tramandati quei nomi, pur non essendo affatto dei. Lo stesso Thor viaggia su un carro volante perché sfrutta le facoltà antigravitazionali di un particolare meteorite, e non grazie a poteri soprannaturali.

Nel frattempo, mentre Paperino sembra interessato soprattutto alla festosa accoglienza che gli riservano le belle indigene, Paperone è particolarmente affascinato da Vulcano, che è in grado con uno speciale martello di trasformare qualunque metallo in oro. Dopo ognuna di queste operazioni, tuttavia, si scatena una sorta di terremoto. I nipotini si convincono che la trasformazione del ferro in oro alteri il campo magnetico del pianeta, aumentando la capacità di attrazione di quello terrestre: ciò spiega perché i due corpi celesti si avvicinino rischiando di scontrarsi.

Non sapendo come fare a convincere il testardo Vulcano a interrompere la sua attività, i paperi propongono a Thor di portarlo sul suo carro alato in visita sulla Terra. Vulcano, scorgendo dall'alto la modernità e le nevrosi delle città terrestri, si convince che è bene che i pianeti rimangano ben distanti, e interrompe quindi la sua frenetica attività di creazione di oro. Ritornati sul pianeta, Paperone offre a Vulcano un martello comune, in grado di operare la mutazione opposta: quindi molto oro viene ritrasformato in ferro, e diminuisce l'attrazione fra i due pianeti, che tornano ad allontanarsi.

Prima che sia troppo tardi, i paperi si fanno riportare sulla Terra: e Paperone, senza dare nell'occhio, ha sottratto il martello magico a Vulcano e tenta anche lui di trasformare il ferro in oro, finché i nipotini, temendo altre alterazioni del campo magnetico, non glielo impediscono a forza.

Curiosità[]

  • Lo stesso Barks lamentò che due intere tavole della storia furono soppresse per lasciare spazio a un inserto pubblicitario: oggi perdute, le tavole mostravano lo sgomento degli alieni di fronte alle frenesie della vita terrestre, ma spiegavano anche la circostanza per cui Paperone sarebbe stato in grado di trasformare l'oro in ferro con un suo martello, altrimenti -oscura[1].
  • Alcuni aspetti della trama sembrano ripresi nella storia Zio Paperone e il medioevo siderale, realizzata dieci anni più tardi da Rodolfo Cimino e Giorgio Cavazzano.

Pubblicazioni italiane[]

In Italia la storia è stata pubblicata quattordici volte:

  • Topolino 308 (1961)
  • Topolino 750 (1970)
  • Complete Carl Barks 25 (1980)
  • Paperino di Barks collezione ANAF 44-A (1986)
  • Zio Paperone 13 (1988)
  • Più Disney 16 - Paper Space (2000)
  • Zio Paperone 133 (2000)
  • Zio Paperone (ristampa) 13 (2002)
  • I Grandi Classici Disney 234 (2006)
  • I Classici della Letteratura 15 - La trilogia di Paperin Sigfrido e l'oro del reno (2006)
  • La grande dinastia dei paperi (Corriere della Sera) 23 - 1961 - Zio Paperone e il riduttore atomico (2008)
  • I Classici della Letteratura (2a edizione) 18 - La trilogia di Paperin Sigfrido e l'oro del reno (2013)
  • Uack! 13 (2015)
  • Raccolta Zio Paperone 1

Note[]

  1. Cfr. l'introduzione alla storia di Uack!, n° 13, pag. 47-48.
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