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"Non già il primo dei Disney italiani, ma l'ultimo dei Disney americani"
Commento su Romano Scarpa
" Pur concedendo un mio "buon" apporto al mondo dei comics disneyani, anche ammettendo di avere pochi rivali al di qua dell'Atlantico, personalmente so di dovermi collocare a doverosa distanza da Carl Barks, Floyd Gottfredson, Merril de Maris e Bill Walsh. Di fronte a quei giganti io abbasso, convinto, matita e penna!"
Romano Scarpa

Romano Scarpa (27 settembre 1927, Venezia - 23 aprile 2005 Málaga, Spagna), chiamato anche Il Maestro veneziano dai suoi estimatori, è stato uno dei più famosi autori di fumetti italiani e uno dei più apprezzati e stampati negli Stati Uniti e all'estero.

Ha contribuito notevolmente allo sviluppo del fumetto Disney, ed è il maggiore ideatore di nuovi personaggi tra gli artisti italiani, alcuni entrati a pieno titolo nella tradizione disneyana come protagonisti, formando attorno a sé una scuola da cui sono maturati autori importanti come Giorgio Cavazzano e Rodolfo Cimino e infine ispirando la generazione successiva di fumettisti di Topolino, di cui l'esempio più lampante è sicuramente Casty.

Biografia[]

Il battesimo con l'animazione[]

Romano Scarpa nacque a Venezia il 12 settembre 1927. Si appassionò fin da piccolo al fumetto Topolino e all'animazione, partecipando attivamente -come lettore- alle rubriche dedicate alla posta della rivista.
Sembra essere stata proprio la visione del celebre cartone animato Biancaneve, quando Scarpa aveva 11 anni, a scatenare nell'autore il desiderio di dedicare la sua vita all'animazione.[1] Biancaneve rimase infatti uno tra i personaggi più amati del Maestro veneziano e in seguito fu protagonista di numerose avventure.
Ormai adolescente Scarpa decise di frequentare il liceo artistico, ma fu costretto ad abbondare gli studi a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Al termine del conflitto si appassionò sempre di più all'animazione e nel 1945 riuscì ad allestire a Venezia uno studio d'animazione tutto suo. Nel '46 compose la sua prima produzione dal nome ... e poi venne il diluvio.[2].

Il maestro veneziano nel 1948 si presentò, all'allora direttore di Topolino Mario Gentilini, con una serie di tavole e disegni di prova, sperando di poter essere assunto in redazione. Infatti, non riconoscendo più i tratti caratteristici degli autori della sua infanzia, aveva creduto che autori italiani avessero cominciato a produrre storie disneyane. Gentilini però smentì ogni sua speranza.

L'arrivo in redazione[]

Scarpa mickeymouse

Lo storico duello della storia
Topolino e il mistero di Tapioco Sesto.

Così l'autore continuò a produrre brevi cortometraggi d'animazione e nel 1951 scrisse e diresse la sua produzione più famosa La piccola fiammiferaia, tratta dall'omonima fiaba, che ottenne un discreto successo.[3]

Nel 1953 avvenne un incontro fortuito con Giovan Battista Carpi, che informò il futuro collega del cambio di politica avvenuto in redazione: adesso stavano cercando autori italiani da mettere sotto contratto.
Scarpa si ripresentò nuovamente da Gentilini con disegni e tavole di prova e addirittura con una storia completa.[4]. La bravura del giovane autore colpì positivamente Gentilini, il quale decise di metterlo alla prova assegnandogli i disegni di una sceneggiatura di Guido Martina intitolata Biancaneve e Verdefiamma. Questa divenne la prima storia disneyana realizzata da Scarpa e venne pubblicata sui numeri 78-80 di Topolino.

Le prime storie dell'artista veneziano furono tutte disegnate su sceneggiatura di Guido Martina. La più importante tra tutte, che segna il ritorno di Eta Beta e Macchia Nera è sicuramente Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera uscita nel 1955. Le collaborazioni con Martina divennero poi sempre più sporadiche, lasciando a Scarpa la possibilità di formarsi come autore completo. Con Guido Martina realizzò successivamente poche altre storie, ma tutte di alto livello.

I ciclo di grandi storie (1956-1967)[]

Romano Scarpa2

Sandra Scarpa posa per il futuro marito, per la realizzazione di alcuni disegni di Biancaneve.

Dopo il primo periodo di collaborazione con Martina, Scarpa decise di scrivere da sé la sceneggiatura per le proprie storie dando inizio al primo grande periodo delle storie scarpiane.
Dopo Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera, l'autore mantenne nelle sue storie un'atmosfera noir e misteriosa. Inserendo numerosi riferimenti ai film di cui era appassionato, in particolare quelli dei grandi cineasti Alfred Hitchcock, Frank Capra e John Frankenheime.
Nel 1956, con l'uscita di Paperino e i gamberi in salmì, un giallo intenso e ricco di colpi di scena, cominciò la sua carriera di autore completo. A questa seguirono altre due avventure: Paperino e l'amuleto di Amundsen e Topolino e il mistero di Tapioco Sesto. Scarpa si ispirava generalmente alle storie quotidiane di Topolino firmate Walsh e Gottfredson, ma anche alle opere di Barks, realizzando storie sia coi Paperi e persino coi Topi, che ricordano le trame dell'Uomo dei Paperi.

Topolino e l'unghia di Kalì venne pubblicata nel 1958 ed è ritenuta dalla maggioranza degli appassionati di Scarpa una delle sue storie migliori. Non è solo un giallo intenso con un mistero apparentemente inspiegabile, che mescola alla fine anche alcuni elementi del genere spionistico, ma anche una storia d'atmosfera in cui, per la prima volta (almeno per un fumetto nostrano) viene utilizzata la dissolvenza incrociata.[5]

Il maestro Disney in quegli anni prediligeva scrivere storie con una stretta continuity, proprio ispirandosi agli autori americani Barks, Walsh e Gottfredson. Infatti, incominciando da Topolino e la dimensione Delta (1959) in cui venne recuperato il professor Enigm, Scarpa cominciò un ciclo di avventure che vede impegnato Topolino a fianco di un nuovo personaggio: Atomino Bip Bip, un atomo antropomorfo ingrandito da Enigm due biliardi di volte. Tra le storie che compongono questa saga non si possono non nominare Topolino e Bip Bip alle sorgenti mongole e Topolino e la collana Chirikawa. La prima venne pubblicata nel 1959; Scarpa vi introdusse notevoli innovazioni stilistiche tra cui geniali gag comiche accoppiate a reali notizie storiche e un sotto-episodio lungo circa 40 vignette. Nella seconda, edita nel 1960, fecero la loro prima comparsa i personaggi di Trudy e zia Topolinda. Scarpa, in questa storia, diede il meglio di sé riproponendo all'interno del fumetto Disney temi quali l'inconscio e la psicanalisi freudiana.
Sempre in quell'anno uscì la storia Zio Paperone e l'ultimo balabù in cui fece la sua prima apparizione il personaggio scarpiano di maggior successo: Brigitta McBridge, l'irriducibile spasimante di Paperone a cui nel 1961 l'autore affiancò il socio d'affari Filo Sganga. Infine sempre nel 1960 uscì in tre puntate Paperino e le lenticchie di Babilonia, pietra miliare della produzione scarpiana, in cui il maestro cita l'opera di Frank Capra, di gran lunga il suo cineasta preferito.

Romano Scarpa

Romano Scarpa ritratto nel suo studio da disegno.

Nel 1961 avvenne a bordo del vaporetto di Venezia un incontro fortuito tra la fidanzata e futura moglie di Scarpa, Sandra, e il giovanissimo quattordicenne Giorgio Cavazzano. Grazie a questa casualità, iniziò un lunghissimo sodalizio tra Giorgio e Romano.

In quegli stessi anni, l'autore rispolverò un altro personaggio Disney Gancio il Dritto, ideato da Bill Walsh e Manuel Gonzales, molto utilizzato nelle strisce quotidiane, ma poi parzialmente abbandonato. Nel 1964 uscì la storia Quel drittone di Gancio a cui Scarpa fece seguire numerose altre produzioni di cui l'ardito corvo era sempre protagonista, e si spinse persino a donargli un figlioccio adottivo Bruto, che esordì nel 1975.
Sempre nel 1964, ormai raggiunta la notorietà, Scarpa incominciò a collaborare con gli Studi Disney americani prestando le sue matite a sceneggiature create appositamente per storie destinate al mercato statunitense o mondiale. La prima di queste storie fu Ezechiele Lupo e il concorso di bellezza (Big Bad Beauty Contest in inglese) e ad essa seguirono altre 44 produzioni.[6].

Nel 1966 scrisse e disegnò la storia Arriva Paperetta Yè Yè in cui venne introdotta Paperetta Yè Yè, nipote di Doretta Doremì, la vecchia fiamma di Paperone ai tempi della corsa all'oro nel Klondike. L'anno successivo (1967) scrisse infine la storia Topolino e l'ultraghiaccio con cui concluse il suo primo periodo artistico di grandi storie di cui fu autore completo.

Anni settanta[]

Scarpa pur proseguendo sempre la sua attività di sceneggiatore decise di limitarla notevolmente pubblicando solo una o due storie l'anno di cui era l'autore completo. Nel 1970 riprese la collaborazione con Martina disegnando due storie del ciclo di Paperinik e la grande saga a puntate Storia e gloria della dinastia dei paperi, dividendo il lavoro con Giovan Battista Carpi. In quegli anni disegnò molte storie sulle sceneggiature di altri autori italiani come Rodolfo Cimino, Giorgio Pezzin e i fratelli Abramo e Giampaolo Barosso.

Nel 1973 ritornò persino ad occuparsi di animazione, realizzando, dopo un paio d'anni di lavoro, Ainhoo degli iceberg[7], un cartone di circa 14 minuti. Un altro lavoro importante fu Il quarto re, una storia natalizia di 22 minuti uscita contemporaneamente, nel dicembre 1977, negli USA e in Italia. Sempre nel 1977 avviò la produzione della serie animata Sopra i tetti di Venezia, per la quale curò il soggetto, le ambientazioni e i personaggi.

II ciclo di grandi storie (1975-1988)[]

Topolino Più6

Copertina di Topolino Più n.6, dedicata alla storia Topolino e la regina d'Africa.

Dopo le grandi storie lunghe che lo avevano reso celebre in tutto il mondo, Scarpa non scrisse per lungo tempo storie costituite da più episodi salvo sporadiche eccezioni come Pippo e i parastinchi di Olympia del 1972. Dopo questa pausa creativa, nel 1975 Scarpa riprese la sua attività di sceneggiatore. Proprio in quell'anno uscì Topolino e la Magnon 777, un appassionante giallo, e Topolino e il rampollo di Gancio, in cui fece la sua comparsa il succitato Bruto, il figlioccio adottivo di Gancio, che sulla scia di Atomino Bip Bip divenne protagonista di una saga.

Nel 1977 venne pubblicata la storia Topolino e il Pippo-lupo in cui il prolifico autore veneziano ampliò ulteriormente l'universo Disney creando Plottigat, il famigerato cugino di Gambadilegno e Trudy, affiancando così un'acuta intelligenza alla forza bruta dei suoi due parenti. In quegli anni disegnò inoltre importanti storie su sceneggiatura di Guido Martina: Zio Paperone e i funghi dei Nibelunghi (1975), Zio Paperone e il tesoro di Montezuma (1978), Topolino e gli Ufo-pirati di Topolunia (1979) e L'amorosa istoria di Papero Meo e Gioietta Paperina (1979).

Dopo il 1980 Scarpa cominciò a limitare la sua attività lavorativa anche per motivi di salute, ma continuò a sfornare storie di altissimo livello. Nel 1982 sceneggiò assieme a Guido Martina la parodia di ampio respiro La storia di Marco Polo detta Il Milione di cui disegnò tutte le tavole. L'anno successivo venne pubblicata la storia Topolino e la Regina d'Africa, per la quale Scarpa ideò il personaggio di Zenobia, potente regina di uno staterello africano, protagonista di una complicata relazione amorosa con Pippo. Nello stesso anno disegnò anche Topolino e il fantastico Tokamak, un'avvincente avventura spaziale scritta da Giorgio Pezzin.
Nel 1986 riprese i Sette Nani, sicuramente tra i personaggi Disney a cui era più affezionato e - in controtendenza rispetto all'epoca - li rese protagonisti di un'avventura a più episodi collegati, da una stretta continuità, al lungometraggio d'animazione Disney Biancaneve e i sette nani del 1937.
Nel 1988 venne pubblicato uno dei suoi capolavori: le Paperolimpiadi, una lunga saga a puntate, dedicata alla XXIV edizione dei Giochi Olimpici ospitata a Seul. In questa storia Scarpa riuscì ad analizzare con tatto e un pizzico di umorismo il delicato tema politico dell'ostilità tra le due Coree.

Negli anni ottanta il maestro proseguì inoltre la sua attività di animatore. Nel 1982 realizzò la sigla per Topolino Più, un programma Disney trasmesso da Retequattro. Nel 1986 realizzò, invece, un'animazione di test per la serie televisiva Duck Tales.

Anni novanta e le storie a strisce[]

Nei primi anni novanta Scarpa riprese il genere fumettistico delle strisce quotidiane, ovvero quelle storie composte da strisce di quattro vignette che venivano pubblicate una al giorno sui quotidiani d'informazione, che sino agli anni cinquanta vennero realizzate da autori americani del calibro di Floyd Gottfredson, Al Taliaferro, Riley Thompson e Paul Murry.
Le strisce di Romano Scarpa, pur non venendo pubblicate quotidianamente una ad una sui giornali, riprendono lo spirito di quelle prodotte dagli autori americani. Vi è una trama di mistero e inquietudine che, in ogni striscia, viene interrotta dalla classica gag comica smorza-tensione.
L'ennesimo esperimento di Scarpa era proprio quello di riuscire a realizzare una storia composta da strisce con 3/4 vignette e vederle pubblicate su Topolino. Con gran successo l'autore scrisse Topolino e l'enigma di Brigaboom (1989), Topolino e la banda dello sternuto (1990), Topolino e gli Uomini-Vespa (1991) e Topolino in Ciao Minnotchka (1992).

Scarpa in quegli anni si trasferì in Spagna, paese da lui sempre amato, e iniziò a collaborare sempre più attivamente con il mercato estero, realizzando nuove avventure con i Paperi e con i Topi, senza però curarne più la sceneggiatura. Negli anni duemila Scarpa, ormai anziano, iniziò a ridurre sempre più le sue collaborazioni.
L'autore si è spento all'età di 77 anni il 23 aprile 2005 a Malaga (Spagna).[8]

La scuola di Scarpa[]

Scarpa è stato tra i primissimi autori disney italiani e sotto la sua ala protettrice si sono formati alcuni tra i più importanti autori di fumetti italiani. Il primo fra tutti fu lo sceneggiatore Rodolfo Cimino, che incominciò la sua carriera alla Arnoldo Mondadori Editore come inchiostratore di Scarpa.
Il celebre disegnatore Giorgio Cavazzano incominciò la sua carriera di fumettista a soli quattordici anni, anche'egli come inchiostratore di Scarpa andando a sostituire il più grande Cimino, ormai affermatosi come talentuoso sceneggiatore. Questo trio di autori veneziani fu sempre legato da una profonda amicizia e ha collaborato a notevoli produzioni: Cimino alla sceneggiatura, Scarpa ai disegni e Cavazzano alle chine.

Alla scuola, poi, si aggiunse un nutrito gruppo di artisti tutti accomunati dalle origini venete o in alcuni casi, friulane. Questi furono i disegnatori Giorgio Bordini,Valerio Held e Luciano Gatto, anche quest'ultimo ha incominciato la sua carriera come inchiostratore di Scarpa, e gli sceneggiatori Giorgio Pezzin, Manuela Marinato, Bruno Concina, Rudy Salvagnini.
Altri autori formatisi presso Scarpa furono Maurizio Amendola, Alessandro Del Conte e il suo ultimo inchiostratore, Lucio Micheli.

Sulla scia di questo maestro Disney, infine, si sono formati anche numerosi artisti più recenti quali: Lorenzo Pastrovicchio, Fabio Celoni, Enrico Faccini e Silvia Ziche.
Sul lato invece delle sceneggiature, tra gli attuali epigoni di Scarpa si devono segnalare Tito Faraci e soprattutto Casty, quest'ultimo anche autore completo che utilizza uno stile grafico molto simile a quello usato da Scarpa agli inizi della sua carriera,[9] riprendendo il tratto tipico del maestro veneziano.

Stile[]

Scarpa

Romano Scarpa al lavoro su una tavola di disegno.

Tratto grafico[]

Scarpa, come molti suoi colleghi, ha un tratto facilmente riconoscibile. La morbidezza e l'equilibrio delle forme rappresentano il suo primo periodo grafico, successivamente i personaggi, in special modo i Paperi, furono ritratti in maniera più longilinea e in pose inconsuete.
Scarpa ha spesso provato a sperimentare nuove tecniche di narrazione, per esempio spostando con frequenza la narrazione da una vicenda all'altra lasciano il lettore in attesa.

Scarpa fu inoltre il primo a introdurre la prima persona -oggi decisamente abusata- nelle classiche didascalie che accompagnano la lettura, allora rigorosamente in terza persona.  Molte delle innovazioni stilistiche allora introdotte da Scarpa, vennero in seguito adottate anche dai fumettisti d'oltreoceano.

Fonti[]

"Da "Milano" non avevo commenti. Mi prendevano le storie con avidità, solo da questo capivo che "andavano". Certo è che non mi piaceva la soggettistica italiana. Ero troppo infatuato di Gottfredson e Barks e del grande cinema, per non rincorrere le storie di ampio respiro, umoristiche e nel contempo avvincenti e umane."
Romano Scarpa[10]

Gli autori Disney cui si ispirò il maestro veneziano furono i grandi nomi del fumetto statunitense Bill Walsh, Merrill de Maris, Carl Barks e soprattutto Floyd Gottfredson. Quest'ultimo, apprezzatissimo da Scarpa sin da quando era bambino, fu una continua fonte d'ispirazione durante tutta l'opera del maestro veneziano. I personaggi di Topolino e Pippo furono plasmati sui modelli delle strisce di Floyd. Il topo è molto equilibrato, deciso e astuto ma comunque pieno di paure e di tormenti interiori (come si vede chiaramente in Topolino e la collana Chirikawa) cosicché non sia un eroe senza macchia e senza paura, ma il più possibile simile a una persona normale. Pippo d'altrocanto, ricopre un ruolo centrale in tutta l'opera scarpiana. La sua ingenuità non viene esacerbata come in numerose altre storie, ma è ridimensionata a una lieve eccentricità, cosicché il canide possa svolgere in maniera produttiva il ruolo di spalla e comprimario di Topolino. A volte Pippo, come accade in numerose storie di Gottfredson, subisce una trasformazione comportamentale che lo rende completamente differente dal goffo e tranquillo amico di sempre, un esempio è la storia Topolino e il Pippo-lupo. Un'ultima particolarità riguardo la caratterizzazione che Scarpa tratteggiò per il personaggio di Pippo sono i suoi frequenti colpi di fulmine che rigorosamente si fermano sempre a un amore di tipo contemplativo. Particolarmente intensa è la relazione tra Pippo e Zenobia, che però non si concretizza mai. Come Gottfredson, anche Scarpa ideò spalle alternative a Pippo che affiancassero Topolino nelle sue avventure e che furono protagonisti di saghe legate da continuity. Questi personaggi furono Atomino Bip Bip e Bruto. Scarpa fu responsabile anche di un grande lavoro di riesumazione. Infatti diversi personaggi ideati da Floyd vennero abbandonati dal maestro statunitense e mai più utilizzati da altri autori suoi conterranei. Scarpa ha il pregio di aver evitato che andassero perduti personaggi quali Macchia Nera, Eta Beta e il

Scarpa2

Scarpa mentre sta rifinendo una tavola

Dottor Enigm, che furono introdotti in Italia in storie[11] strettamente legate con l'opera di Gottfredson. Il maestro veneziano inoltre si occupò anche di approfondire personaggi ideati da Floyd; l'esempio lampante è sicuramente il commissario Basettoni.

Gottfredson ispirò il maestro anche negli ultimi sui anni di attività. Negli anni '80 Scarpa realizzò la sua massima dedica artistica al suo maestro, disegnando diciotto copertine dedicate alle migliori storie mai prodotte da Floyd durante tutta la sua carriera.[12][13] Inoltre agli inizi degli anni '90 Scarpa scrisse e disegnò quattro storie a strisce che si riallacciavano allo stile usato da Floyd e da Bill Walsh a inizio secolo.

Un'altra fonte d'ispirazione per tutta l'opera scarpiana fu il grande cinema americano degli anni '50 e '60. Gli omaggi alle atmosfere del cinema americano (su tutti quello di Alfred Hitchcock e John Frankenheimer) sono molto frequenti nelle sue storie. È doveroso sottolineare che Scarpa non fece mai una semplice parodia dei film, reinterpretando la trama in chiave Disney, ma si concentrò più che altro sull'uso delle tecniche narrative e delle atmosfere noir e intrise di mistero. Le citazioni dei film sono raramente esplicite e possono essere colte solo da quel pubblico di appassionati cinefili cui Scarpa si rivolgeva.

Scarpa infine si servì della sua opera e della popolarità di cui godevano le sue storie per inserirvi critiche più o meno velate. Esplicito e frequente è il giudizio negativo che Scarpa dava all'arte moderna, che lui non considerava nemmeno arte, ma solo una "furberia" inventata dai pittori per vendere oscenità a cifre spaventose ed essere in tal modo accolti tra i Grandi Maestri al pari di Michelangelo o Leonardo. Scarpa non risparmiava le sue critiche neanche alla società contemporanea e in particolare allo stile di vita consumistico, dominato dalla volontà imperante della pubblicità che obbliga la gente a desiderare oggetti di cui non avrebbe necessità. In ultimo il maestro lanciò velate accuse alle moderni e inconcludenti commissioni che sin dagli inizi degli anni sessanta stavano iniziando a discutere riguardo le varie ipotesi per salvare Venezia dall'aumento del livello del mare.

I personaggi di Scarpa[]

Romano è stato certamente l'autore italiano più prolifico e secondo solo a Carl Barks. Ha inventato numerosi personaggi, che sono entrati nella tradizione disneyana venendo utilizzati da numerosi altri artisti. I principali sono:

e molti altri personaggi minori comparsi solo nelle sue storie o raramente utilizzati da altri autori.

Storie[]

Scarpa è stato un autore molto prolifico, disegnando ininterrottamente dal 1953 sino a pochi anni prima della sua morte. Le storie a cui ha lavorato Scarpa sono 503, la maggior parte sono state pubblicate la prima volta sulle pagine di testate italiane, ma circa un centinaio erano state prodotte per il mercato estero [14] e solo successivamente trovarono spazio sul Topolino.

Il 20 Gennaio 2014 è stata inaugurata la collana Le grandi storie un'iniziativa editoriale promossa dalla RCS MediaGroup volta a raccogliere l'opera omnia del Maestro Veneziano. L'opera si compone di 48 volumi venduti con cadenza settimanale al prezzo di 7,99€.[15]

Curiosità[]

  • Nel 1954, il governo egiziano decise di costruire, a sud della città di Assuan, una nuova gigantesca diga, destinata a modernizzare l'economia della regione. La conseguenza di tale opera ingegneristica sarebbe stata la formazione di grosso bacino idrico, che avrebbe causato l'allagamento di numerosi siti archeologici, tra cui il complesso di Abu Simbel risalente al 1300 a. C. Nel 1959 il governo egiziano chiese l'aiuto dell'Unesco per mettere in atto un progetto di salvaguardia dei monumenti e infine nel 1966, dopo anni di vane congetture e un decisivo intervento italiano, si giunse alla conclusione di smontare pezzo a pezzo il complesso per rimontarlo in un luogo sopraelevato che non sarebbe stato sommerso dalle acque. Questa brillante intuizione si ebbe proprio grazie alla storia Paperino e il colosso del Nilo scritta e disegnata da Romano Scarpa, che ben cinque anni prima aveva ipotizzato che si potesse smontare i colossi di Ramses per ricostruirli altrove.
  • Scarpa era solito firmare le sue storie di cui era autore completo con la sigla RS seguita dal numero progressivo della produzione, nascosta nella prima o ultima vignetta. Difatti sino al 1989 l'unica firma ufficiale delle storie Disney era ancora quella di Walt Disney, nonostante il padre di Topolino fosse morto da ormai vent'anni.[16]
  • La parola ricercata "inusitato" viene spesso usata nelle storie di Scarpa, permettendo di riconoscere le sue produzioni grazie alla presenza di tale vocabolo.[17]
  • Nel 2007 il Comune di Roma ha deliberato di dedicare una via all'artista Romano Scarpa. Tale strada è situata in una zona urbana (Mezzocammino) la cui toponomastica ricorda altri grandi fumettisti[18].

Collegamenti esterni[]

Note[]

  1. [1] Articolo dell'Unità in data 11 gennaio 2005
  2. cortometraggio d'animazione di 15 minuti di curata
  3. [2] La piccola fiammiferaia su YouTube
  4. Era una versione abbozzata e ancora incompleta della storia che venne in seguito pubblicata col titolo Paperino e i gamberi in salmì
  5. [3] Pagina di Romano Scarpa su Wikipedia
  6. [4] Indice delle storie di Scarpa su romanoscarpa.net
  7. [5] Ainhoo degli iceberg su YouTube
  8. [6] Articolo del Corriere della Sera che tratta del decesso di Romano Scarpa.
  9. vedi per esempio Topolino e gli Ombronauti
  10. [7] Citazione di Scarpa
  11. Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera e Topolino e la dimensione Delta
  12. [8] Copertine dedicate a Floyd Gottfredson.
  13. Alcune di queste copertine sono presenti nella Galleria Immagini
  14. [9] Indice delle storie di Romano Scarpa
  15. [10] Le grandi storie Disney - Comicus.it
  16. [11] Firme nelle produzioni Diseny.
  17. [12] Esempi dell'utilizzo del vocabolo inusitato nelle storie scarpiane.
  18. [13] Servizi alla Circolazione del Comune di Roma
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