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Topolino e Gambadilegno in: la lunga fuga è una storia scritta da Tito Faraci e disegnata da Marco Gervasio, pubblicata per la prima volta il 2 aprile 2013 sul numero 2992 di Topolino. Essa è una rivisitazione in chiave comica e moderna del poema dell'Odissea. Inoltre in questa storia ha un ruolo da protagonista Giuseppe Tubi, la cui ultima comparsa sulle pagine di un fumetto disneyano risaliva alla saga Topolinia 20802 (Ottobre 2009).

Trama[]

Topolino e Gambadilegno sono due galeotti in fuga, appena evasi da un carcere della Contea. Sulle loro tracce il direttore del penitenziario Adamo Basettoni invia i suoi secondini migliori: Manetta e Rock Sassi. I due vengono affiancati da un certo Arthur Cyclop, proprietario della banca che Gambadilegno ha svaligiato prima di essere catturato e convinto a farsi giustizia da solo, dopo essersi reso conto dell'inettitudine dello Stato.

Intanto a casa di Gambadilegno, la sua dolce sposa Trudy deve continuamente subire le angherie dei Proci: Macchia Nera, Spennacchiotto e Sgrinfia, che vogliono ottenere la sua mano per scoprire dove si celi il nascondiglio in cui Gambadilegno ha messo i lingotti d'oro frutto della sua rapina alla banca. Trudy ha accettato di sposare uno dei tre il giorno in cui avrebbe finito di costruire la staccionata del suo giardino. La saggia gatta però ogni notte smonta lo steccato per rimandare all'infinito il momento della sua scelta.

Intanto Topolino e Gambadilegno riescono a sfuggire a Cyclop e ai due agenti nascondendosi tra un gregge di pecore e trovando poi asilo presso un battello fluviale capitanato da: Giuseppe Tubi. Egli assieme ai suoi soci è membro di una compagnia teatrale itinerante e propone ai due di entrare a far parte anche loro dello spettacolo. Topolino e Gambadilegno accettano di buon grado e così per alcune sere inscenano proprio l'Odissea, raccogliendo anche un discreto successo tra il pubblico. Una sera però allo spettacolo giungono anche Cyclop e i due agenti, Gambadilegno vorrebbe subito scappare, ma Tubi glielo impedisce. Egli infatti è un criminale e l'attività di teatrante è solo una copertura e vuole a tutti i costi sapere qual è il nascondiglio dei lingotti d'oro che Pietro ha rubato.
I due fuggitivi riescono a mettere fuori combattimento Tubi, ma vengono fermati da Cyclop che, però li invita a fuggire. È stato proprio lui a commettere il furto per ottenere il rimborso dall'assicurazione. A questa confessione Topolino rivela la sua vera identità: un detective infiltrato in carcere proprio per svelare riuscire a recuperare i lingotti.

La storia si conclude con un arresto per Tubi e la sua banda e anche per Arthur Cyclop, mentre Gambadilegno può finalmente tornare a casa, dove lo attende Trudy e una resa dei conti coi pretendenti.

Analisi[]

Topo2992

Copertina di Topolino dedicata alla storia.

La storia non è una vera e propria parodia dell'Odissea, ma ne prende solo spunto per crearne la trama di fondo. Una particolarità di questa avventura è che il ruolo di Ulisse non è ricoperto da Topolino, come sarebbe logico supporre, ma da Gambadilegno, proprio perché - a detta di Faraci- anche l'eroe omerico era molto disinvolto con le leggi.
Un'altra particolarità di questa storia è l'utilizzo dei personaggi che componevano, assieme a Tubi la Banda dei Piombatori. Giuseppe Tubi infatti alla sua storia d'esordio (Topolino e la banda dei piombatori) era a capo di un banda criminale che usava come copertura sempre il teatro per compiere indisturbata i suoi furti. I membri di tale banda, ovvero l'appaltatore Rosolio, il guardiano della Banca di Topolinia e l'ispettore edile signor Spinosetti, non sono mai più stati utilizzati in un'altra storia disneyana, al contrario del loro capo. Faraci ha invece voluto riutilizzarli (solo Rosolio e Spinosetti), affidandogli il ruolo dei compagni di Ulisse.

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