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  • Topolino e i due ladri
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Topolino e i due ladri (titolo originale, The Great Orphanage Robbery) è una storia a strisce Disney pubblicata sui quotidiani statunitensi nel 1932, e successivamente in Italia nel 1937.

Trama[]

Topolino incontra un orfanello senza casa e, dopo avergli regalato scarpe e cappotto e averlo invitato a cena a casa di Clarabella, chiede che sia ammesso all'orfanotrofio di Topolinia, ma la direttrice dell'istituto non può accogliere più altri bambini per mancanza di spazio e di fondi. L'orfanotrofio, infatti, non ha nessuna sovvenzione se non le offerte private dei cittadini.

Topolino prende a cuore la causa e intende procurare il denaro per l'istituzione benefica, e, dopo aver escogitato vari stratagemmi con scarsi risultati, decide di organizzare uno spettacolo per beneficenza: lui, Minni, Orazio, Clarabella e Pluto reciteranno La Capanna dello Zio Tom al Teatro dell'Opera della città. La rappresentazione, malgrado la buona volontà degli attori, risulta disastrosa, ma il pubblico accorre comunque numeroso e si raggiunge la somma necessaria per la sopravvivenza dell'orfanotrofio. Tuttavia, la sera stessa l'incasso sparisce: la polizia arresta Orazio, benché quest'ultimo affermi di aver visto due ladri fuggire senza essere riuscito a fermarli.

A Topolino viene spontaneo sospettare di Gambadilegno e Lupo , recentemente evasi, e si mette sulle sue tracce, con il risultato che la polizia topolinese lo sospetta complice del furto e mette una taglia su di lui; inoltre le cose si mettono male per Orazio, che in uno scatto d'ira dà un pugno al pubblico ministero durante il processo, e complica ulteriormente la sua posizione.

Topolino, inseguendo i due malfattori su un treno di cui ignora la destinazione, arriva in una gelida regione del Canada: riesce a rintracciare Lupo e Gambadilegno in un saloon, ma finisce arrestato lui stesso dal gestore del locale, desideroso di incassare la taglia. Il topo riesce a evadere grazie allo stesso orso incaricato di impedirgli la fuga, che ha preso il prigioniero in simpatia; dopo aver scoperto per caso in una capanna nel bosco il bottino sottratto all'orfanotrofio, Topolino capisce di essere molto vicino ai ladri, e al termine di un lungo inseguimento nelle foreste innevate e sempre con l'aiuto dell'orso, Topolino riesce a catturare i malviventi e a tornare a Topolinia con loro e con il denaro grazie a un aereo postale.

In città Orazio è ormai condannato: le arcigne giurate emettono un verdetto di colpevolezza che porterà quasi sicuramente all'impiccagione, e i compaesani sono d'accordo nel linciare il cavallo nel caso in cui la pena fosse più lieve. Proprio al termine del processo Topolino, paracadutatosi con Gambadilegno, Lupo e il denaro rubato proprio nel tribunale, riesce a invalidare le accuse contro il suo amico, i veri colpevoli vengono arrestati e l'orfanotrofio è salvo e libero di accogliere altri bambini.

Analisi[]

Quadro topolino e 2 ladri

Acquerello di Gottrefdson ispirato alla vicenda

Topolino e i due ladri, lunga vicenda sviluppata in ben 108 strisce (pubblicate originariamente nell'arco di quattro mesi), è probabilmente l'esito più alto del primo periodo gottfredsoniano (1930-32), caratterizzato, prima dell'introduzione delle carismatiche figure di Pippo e Paperino, dalla presenza di Topolino come protagonista assoluto insieme a Minni, Orazio e Clarabella.

La vicenda, benché lunga, complessa e variegata (e, come non di rado nelle storie a strisce, probabilmente ideata via via che si procedeva con la realizzazione e la pubblicazione), con la commistione di elementi comici (su tutti la sgangherata rappresentazione della Capanna dello Zio Tom), romantici (il fidanzamento ufficiale di Orazio e Clarabella) e fortemente drammatici, appare in ogni caso unitaria e dotata di una coerenza narrativa di fondo, tanto da potersi leggere agevolmente come storia a sé stante; mancano quasi del tutto, fra l'altro, gli improbabili elementi comici e grotteschi fini a sé stessi non rari nelle primissime opere a fumetti Disney.

Topolino, che in storie precedenti sembrava agire per caso o condizionato da eventi fortuiti più grandi di lui, assume per la prima volta un ruolo attivo di cittadino modello interessato altruisticamente al bene della comunità, sposando la causa, apparentemente persa in partenza, della salvezza dell'orfanotrofio.

Non si tratta, peraltro, di una vicenda ingenuamente ottimistica: anzi, siamo ancora molto lontani dal tronfio nazionalismo che permea alcune storie prodotte da Gottfredson negli anni '40 e '50[1]. Al contrario, l'apparentemente quieta comunità rurale di cui fa parte Topolino (Topolinia non ha ancora un nome, e del resto il grande centro urbano con cui si identifica è ancora di là da venire) rivela molti aspetti torbidi e inquietanti: gli abitanti, benché apparentemente rispettabili, appaiono estremamente turbati dal "buio oltre la siepe"[2] e reagiscono a qualsiasi possibile minaccia all'ordine costituito accanendosi contro un capro espiatorio. Non solo i cittadini sono fermissimi nell'intenzione di linciare l'incolpevole Orazio indipendentemente dal verdetto ufficiale, ma nel lieto fine - comunque naturalmente immancabile - la giustizia non è ristabilita dalle istituzioni (il pubblico ministero attua una vera e propria persecuzione nei confronti dell'imputato, attuando una vera e propria ritorsione dopo che questi l'ha colpito con un pugno; la giuria, composta per lo più da puritane signore attempate, non ha dubbi nel pronunciare un verdetto di colpevolezza; e non ne escono meglio gli stolidi poliziotti e lo svagato giudice) bensì dall'iniziativa personale rappresentata da Topolino.

Anche altri elementi sullo sfondo della storia possono essere letti come una indiretta critica alle ingiustizie della società statunitense coeva, dalla mancanza di sovvenzioni pubbliche per l'orfanotrofio, costretto a sopravvivere grazie alla beneficenza dei privati, alla stessa presenza di orfani senza casa né famiglia, alla pratica di porre taglie sui criminali "vivi o morti" per facilitare il compito della giustizia ufficiale.

La violenza, in generale, pervade la storia in una misura che oggi sarebbe considerata inaccettabile: si veda il meccanismo che Lupo e Gambadilegno escogitano per uccidere Topolino (legandolo in modo che ogni suo movimento provocherebbe lo sparo di un fucile puntato contro di lui, in maniera simile ad ancora più raffinati marchingegni del genere che sarebbero stati poi ideati da Macchia Nera), ma anche il comportamento di Topolino stesso, che brandisce una pistola minacciando di morte i due ladri se non firmano una dichiarazione di colpevolezza.

Curiosità[]

  • Per la prima volta nei fumetti Disney viene raffigurato un luogo presente anche nel mondo reale (il Canada).
  • In una vignetta si vede Minni pregare.

Pubblicazioni in Italia[]

La storia è stata pubblicata dieci volte in Italia:

  • Albi d'oro (anteguerra) 2 - Topolino e i due ladri (1937)
  • Almanacco Comics 1 - Almanacco Comics 1968 p. 045 (1968)
  • Topolino d'oro 5 (1970)
  • Oscar Mondadori (Oscar Fumetto) 1339 - Topolinissimo 1932 (1974)
  • Topolino collezione ANAF 10 - Avventure di Topolino alla caccia dei due ladri (1982)
  • Le grandi storie di Walt Disney edizione limitata 26 - Topolino e i due ladri (1989)
  • Il Messaggero 43 - Topolino e i due ladri (1989)
  • Gertie Daily 205 - Mickey Mouse Daily 1932 - 1 (1992)
  • Topolino d'oro (ristampa Disney) 5 (2003)
  • Gli anni d'oro di Topolino 32 - Domatore e saltimbanco (2010)
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Topolino e la pensione di ClarabellaPensione di clarabella 11 gennaio - 14 maggio 1932 Topolino e i piratiPirati II

Note[]

  1. Si vedano ad esempio Topolino e il misterioso corvo o Eta Beta e il tesoro di Mook, per non dire di Topolino nella seconda guerra mondiale.
  2. Il paragone con il celebre romanzo di Harper Lee, a prima vista irriverente, è avvalorato dagli esperti del Papersera: http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1440770131/2
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