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"Qui c'era pace e tutti erano felici! [...] C'era tutto per tutti e nessuno voleva molto!"
Paperino sulla California del tempo che fu
"[...] Ho prospettive più interessanti! Andiamo a cercare l'oro!"
Paperino ai nipotini

Paperino nel tempo che fu (In Old California!, in originale) è una storia scritta e disegnata da Carl Barks, pubblicata per la prima volta nel maggio del 1951 su One Shots n. 328. I protagonisti sono Paperino e Qui,Quo,Qua, insieme a diversi personaggi della vecchia California, apparsi solo in questa storia.

Per puro caso i paperi tornano indietro nel tempo, alle radici della loro civiltà. I Padri Pellegrini, i cowboy e le terre incolte sono un lontano ricordo anche per il periodo in cui visse Barks. L'origine di questo degrado, sostiene l'autore, è stata la corsa all'oro del 1848, in California. Quando il prezioso metallo viene scoperto, la tranquillità di quella terra paradisiaca cessa per sempre, facendo spazio ai rumori delle auto come si vede all'inizio della storia.[1]

La storia, composta da 28 tavole, è una delle preferite dell'autore[2] e occupa nell'ottobre 2019 il 14° posto della classifica delle migliori storie Disney secondo il sito Inducks.

Trama[]

Nel tempo che fu 1

I paperi affrontano il traffico stradale.

Paperino e i nipotini sono imbottigliati in un ingorgo di una superstrada della California meridionale. Per sfuggire al traffico Paperino decide di percorrere una strada secondaria; il tranquillo paesaggio dell'entroterra, quasi fuori dal tempo, induce i nostri eroi a fantasticare sulle condizioni del Paese prima della corsa all'oro del 1848, quando non esistevano grandi città e il luogo era abitato essenzialmente da ricchi proprietari terrieri di origine messicana.

Le fantasticherie però distraggono Paperino dalla guida, e la 313 finisce contro un grosso masso. I paperi perdono i sensi e sono soccorsi da un gruppo di indiani, che li fanno riposare a letto e somministrano loro un intruglio preparato secondo i dettami della loro medicina tradizionale.

Nel tempo che fu 2

Dopo l'incidente vengono curati dagli indiani della riserva.

Al risveglio è grande la sorpresa di Paperino e nipoti quando non ritrovano più né l'auto, né la strada. Anche il paesaggio è completamente cambiato, meno urbanizzato e popolato da animali selvatici, da cui i paperi devono difendersi non senza difficoltà. Ben presto ai quattro risulta chiaro che stanno vivendo contemporaneamente un'allucinazione collettiva, che li ha trasportati indietro nel tempo: e a furia di camminare, ritrovano in ottime condizioni un'antica villa di campagna che prima dell'incidente avevano notato in completa rovina.

Spinti dalla fame, i paperi decidono di chiedere ospitalità: la villa è abitata dal ricchissimo allevatore Don Gaspar, da sua moglie e dalla loro figlia Panchita, più un numero indefinito di servitori di cui la più autorevole è la saggia pellerossa Tina (che Paperino nella versione originale saluta ironicamente con il nome di Pocahontas).

Nel tempo che fu 3

Il pannello di presentazione dei personaggi della vecchia California.

Tutti sono entusiasti di ricevere i nuovi ospiti e li colmano di gentilezze e attenzioni: il giorno dopo i paperi sono invitati al rodeo (ossia alla radunata di tutti i capi di bestiame posseduti dall'allevatore per deciderne le trattative commerciali), e malauguratamente la bella Panchita cade da cavallo e viene aggredita da un toro. Paperino tenta di salvarla, ma in modo più che maldestro: fortunatamente interviene il vaquero Rolando, segretamente innamorato di Panchita, che con il suo infallibile lazo mette il toro fuori combattimento.

Nel tempo che fu 4

Ezra ruba il documento di proprietà di Paperino.

Alla faraonica festa organizzata nella proprietà di Don Gaspar la stessa sera, Paperino e nipoti scoprono che Panchita è stata promessa dai genitori a un altro proprietario terriero, un suino ricco ma antipatico e sgradevole di nome Don Puerco De Lardo (Don Porko De Lardo), mentre lei stessa è innamorata di Rolando: le convenzioni sociali, però, vieterebbero alla ragazza di sposare un semplice vaquero. Paperino, sapendo che di lì a poco sarebbe stato trovato l'oro in California, suggerisce a Rolando di cercare il prezioso metallo per diventare ricco e poter ambire alla mano della ragazza. In seguito, il papero e i nipotini decidono di congedarsi dalla famiglia di don Gaspar e di approfittare di un passaggio nella carrozza a cavalli di un alcalde locale, per recarsi dalle parti di Los Angeles.

Nel tempo che fu 5

Paperino e i nipotini trovano l'oro ovunque, essendo i primi ad essere arrivati sul posto.

L'alcalde, preso in simpatia Paperino (che nell'originale viene chiamato Donaldo dando un suono ispanico al suo nome), gli regala una parte delle sue sterminate proprietà con regolare atto di vendita. I paperi si dirigono quindi nel terreno che gli è stato appena ceduto mai incappano in un pioniere senza scrupoli di nome Ezra (Ezry, nella prima traduzione italiana Michele) che con un trucco infame gli sottrae il documento di proprietà. I quattro paperi decidono quindi di recarsi nel paese più vicino per andare a compre un fucile da usare contro Ezra, ma la voce della presenza dell'oro ormai si è sparsa e Paperino viene persuaso a comprare strumenti per il setaccio e la ricerca del prezioso metallo.

Essendo tra i primi cercatori ad arrivare sul posto, trovano pepite a bizzeffe ma proprio mentre stanno lavorando sodo, un cercatore d'oro li consiglia con l'inganno di andare in un punto che secondo lui era migliore. Accortosi di esser stato beffato torna indietro, ma gli spetta una brutta sorpresa: Ezra, quello che aveva usurpato il terreno ai paperi, è in combutta con il truffatore.

Nel tempo che fu 7

I paperi si risvegliano in ospedale.

Dopo varie vicissitudini, in cui Paperino tenta senza fortuna di riprendersi la concessione, sarà proprio Rolando ad entrare in scena e far fuggire i truffatori. Si unisce quindi ai paperi, sorvegliandoli mentre scavano l'oro. Il vaquero è ormai diventato ricco e si appresta a tornare alla villa di Don Gaspar per sposare Panchita. Proprio in quel mentre l'allucinazione dei paperi svanisce sempre di più, fino a farli risvegliare in ospedale, dove a quanto pare sono rimasti privi di sensi per ben sei settimane.

È probabile che tutto sia stato solo un bel sogno causato dalle medicine degli indiani, ma Paperino e nipoti vogliono credere che le cose siano state veramente come le hanno immaginate, nella California del tempo che fu, ancora immune dal caos e dalle nevrosi della modernità e intonano una canzone passando di fronte al vecchio casolare che tanto rigoglioso avevano visto nei loro sogni.

Analisi[]

Nel tempo che fu 8

Qui realizza di essere nella vecchia California.

In un'epoca in cui le Storie Disney in costume - genere peraltro mai preso in seria considerazione dal Maestro dell'Oregon - erano ancora di là da venire, Carl Barks realizzò una delle sue storie più famose e fortunate facendo viaggiare, per una volta, i suoi eroi (in questo caso Paperino e Qui, Quo, Qua, senza Paperon de' Paperoni né altri personaggi ricorrenti) nel tempo anziché nello spazio: le avventure dei protagonisti non hanno come sfondo paesaggi esotici o extraterrestri, ma la stessa California a loro familiare, però con lo scarto temporale di circa cento anni. Poco importa se il pretesto per far viaggiare i personaggi nel tempo è piuttosto forzato (un preparato della medicina indiana tradizionale fa vivere a Paperino e ai nipoti lo stesso sogno o la stessa allucinazione che dir si voglia, per di più contemporaneamente e in modo da poter interagire).

La California del 1848, da poco annessa agli Stati Uniti ma ancora abitata da popolazioni messicane per lingua e cultura, viene presentata ai lettori di circa un secolo dopo in forma ampiamente idealizzata: il "tempo che fu" - di cui forse Barks, nato nel 1901, aveva potuto raccogliere delle testimonianze dirette da persone più anziane di lui - è presentato come un'epoca idilliaca, in cui tutti erano felici perché non desideravano troppo, e contrapposto alle nevrosi e alle frenesie della modernità. La celebre corsa all'oro del 1848 è vista come uno spartiacque, al di là del quale la logica dell'interesse e del profitto aveva cancellato i valori di un tempo.

Se questa interpretazione può riuscire discutibile storicamente, ha l'indubbio merito di ricostruire uno scenario artistico di grande suggestione per questa storia. Le avventure di Paperino e nipoti, almeno nella prima parte della vicenda, in cui incontrano i ricchi proprietari messicani e vivono almeno per un paio di giorni la loro vita, sembrano trasfigurate in un'epoca fuori dal tempo che ha quasi i contorni del mito. Non a caso, probabilmente, i personaggi francamente negativi (l'antipatico Don Puerco de Lardo, promesso sposo di Panchita contro la volontà di lei, e il pioniere senza scrupoli Ezra) sono pochi e hanno un ruolo abbastanza marginale.

Il maggior pregio della storia, in cui non mancano peraltro né il motivo avventuroso né alcuni indovinati spunti comici, affidati come spesso alle goffaggini di Paperino, è probabilmente questa nostalgica mitizzazione di un passato ormai completamente perduto, che non manca di affascinare lettori di oggi e di ieri.

Sfondo storico[]

Cercatori d'oro in california 1848

Una fotografia d'epoca che ritrae dei cercatori d'oro nella California del 1850.

Nel gennaio del 1848, James Mashall, un operaio che lavorava alla costruzione di un mulino ai piedi della Sierra Nevada, scopre la prima pepita d'oro nell'area di Coloma Valley. La notizia della scoperta si diffonde in fretta, anche se inizialmente viene presa come una delle tante strategie pubblicitarie per incitare la popolazione a trasferirsi in California, già descritta più volte come paradiso terrestre. Bisognerà attendere che, l'allora Presidente degli Stati Uniti James Polk, confermi la notizia scatenando una vera e propria migrazione di massa.

È proprio a questo fatto che si rifà la storia Paperino nel tempo che fu, descrivendo la fine di una vita relativamente tranquilla di una regione dalle forti radici messicane. Se prima della scoperta dell'oro la California conta solo 14mila abitanti, dopo soli quattro anni il numero sale a 250mila, rovinando per sempre la purezza di quei luoghi così poco abitati.[1]

Ispirazione[]

Fattoria merrill oregon

Una fattoria nella città di Merrill, Oregon simile a quelle che si trovavano ai tempi della giovinezza di Carl Barks.

Barks si sentiva un po' cowboy, essendo stato cresciuto tra i campi di granturco nell'Oregon rurale, a Merrill. Tra i tanti lavori che svolse da giovane, praticò quello di mulattiere[3]. Amava le storie a sfondo western, specialmente quelle scritte da Zane Grey e Louis L'Amour, ne apprezzava l'arte, per esempio quella dell'artista, scultore e disegnatore di fumetti Joseph Jacinto "Jo" Mora e adorava i film western.

Per realizzare Paperino nel tempo che fu Barks si ispirò ad una novella del 1884 intitolata Ramona di Helen Hunt Jackson. Il romanzo e la storia condividono molte similarità: tutte e due le storie includono del romanticismo seguito dall'iniquità dell'opposizione culturale e sociale che era presente nei primi anni della storia dello stato.

Ramona viene menzionata all'inizio della storia quando i paperi stanno guidando attraverso la valle di San Jacinto. Barks fu motivato alla produzione di questa storia all'inizio degli anni '50 poiché ricorreva il centennale dalla fondazione della California. Ha utilizzato lo sfondo della corsa all'oro californiana come via per raccontare le gesta del coraggioso Rolando, diventato benestante per scappare dal suo status di povero vaquero e per sposare la bellissima Panchita.[4]

Pubblicazioni in Italia[]

La storia è stata pubblicata diverse volte in Italia, di seguito sono elencate le principali testate su cui è apparsa:

  • Topolino n.ri 31-32 (1951) (prima pubblicazione)
  • Cartonatoni Disney n. 7 (1978)
  • Complete Carl Barks n. 10 (1980)
  • Donald Duck Special n. 2 (1989)
  • Zio Paperone n. 30 (1992)
  • Tutto Disney n. 18 (2001)
  • 313 La mitica auto di Paperino (2007)
  • La grande dinastia dei paperi n. 3(2008)

Curiosità[]

  • La copertina su cui è comparsa per la prima volta la storia non è opera di Barks, bensì fu disegnata da Carl Buettner.
  • I personaggi che vivono nel vecchio ranch californiano chiamano Paperino “Donaldo”, nella versione originale, dando un suono ispanico al suo nome.
  • Il truffatore pionere Ezra parla con un accento tipico dei montanari americani, sempre nella versione originale.
  • I nipotini in un pannello della storia citano, come fosse un nome solo, i cognomi di tre celebri attori-cantanti-cowboy americani, Gene Autry, Johnny Mack Brown e Roy Rogers.

Note[]

  1. 1,0 1,1 La grande dinastia dei paperi n. 3 - Analisi a cura di Luca Boschi.
  2. In un'intervista pubblicata su Zio Paperone n. 99, alla domanda "Quale storia leggere per capire l'aspetto più vero dell'artista Barks?" l'autore risponde: "Direi Paperino nel tempo che fu. Non è una storia "da ridere, è una storia sulla vita com'era nel buon vecchio tempo antico, una specie di film sentimentale. La preferisco a tante altre avventure costruite sulle gag.
  3. Il mulattiere guidava animali da soma, che trasportavano di solito beni. Per il trasporto venivano utilizzati sopratutto muli, da qui il nome.
  4. Carl Barks Library vol. 10 - Analisi della storia a cura di Joseph Cowles.
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Paperino e la cavalleria

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Maggio 1951 Paperino e la piscina

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