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Disambiguazione – Se stai cercando il personaggio Disney il cui nome è ispirato dalla celebre Balena Bianca, vedi Moby Duck.
Disambiguazione – Se stai cercando la famosa Balena Bianca, vedi Moby Dick (balena).
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"Tutti cerchiamo qualcosa Ismaele..."
Il Signor Starbuck, primo ufficiale del Pikuod
"Ho dedicato la mia vita a questa missione e niente ci potrà fermare! Salendo sul Pikuod è a me che vi siete legati! Se vado a fondo mi seguirete, ma se avrò la mia preda trionferemo!"
Il Capitano Quachab

Moby Dick è una storia a fumetti Disney, parodia del celebre ed omonimo romanzo pubblicato nel 1851 dallo scrittore statunitense Herman Melville[1].
La storia è scritta e sceneggiata da Francesco Artibani, i disegni sono opera di Paolo Mottura mentre Mirka Andolfo ha curato la colorazione delle tavole. È divisa in due episodi pubblicati per la prima volta il 18-25 giugno 2013 sui numeri di Topolino 3003-3004.

Personaggi[]

Nella parodia non sono mantenuti tutti i personaggi che compaiono nel romanzo, ma solo quelli principali. Artibani per tale storia ha fatto l'insolita scelta di non parodiare eccessivamente i nomi dei personaggi, mantenendoli il più possibile identici a quelli inventati da Melville.

  • Amelia impersona l'indiano Trallalah (Fedallah), che si spaccia per il fidato consigliere del capitano, ma vuole solo impossessarsi della sua moneta per realizzare il sortilegio di Mida;
  • Archimede Pitagorico impersona il Signor Starkbuck (Signor Starbuck);
  • I Bassotti sono gli infidi ramponieri al soldo di Achab;
  • Ciccio impersona il Signor Flatch (Signor Flask), il terzo ufficiale;
  • Paperino impersona il marinaio Ismaele, il protagonista della storia. Artibani preferisce caratterizzarlo sfortunato e pasticcione, piuttosto che il giovane uomo dotato di un acuto spirito d’osservazione che nel romanzo si lancia all'avventura. Per questo motivo nella storia Paperino usa il nome di Ismaele come nome di copertura, dopo aver causato diversi guai con gli altri capitani (ha fatto colare a picco ben 12 navi!).
    Come nell'opera letteraria è il narratore dell'avventura, la cui voce, racchiusa in numerose didascalie, accompagna il lettore pagina per pagina;
  • Paperone impersona il Capitano Quachab (Capitano Achab), il capitano della nave baleniera Pikuod, che ha un conto in sospeso con Moby Dick. Il capodoglio bianco infatti ha inghiottito il suo prezioso portafortuna;
  • Paperoga impersona il Signor Stump (Signor Stump), il secondo ufficiale;
  • Qui, Quo, Qua impersonano Queequeg il tatuato selvaggio che s'imbarca sulla baleniera (Artibani decide di "spezzettarlo" in tre parti, ovvero i tre piccoli Quiig, Quoog e Quaag, figli del re dell'isola di Kovolovo);

Trama[]

I episodio[]

In una malfamata locanda portuale il Signor Stump (Paperoga) secondo ufficiale del Pikuod sta cercando nuovi volontari decisi ad imbarcarsi su una baleniera per un viaggio lungo tre anni. Tra le nuove reclute c'è Ismaele (Paperino), che vuole lasciare la terraferma il prima possibile a causa dei danni che ha provocato per colpa della sua goffaggine. Accompagnato dal Signor Stump, Ismaele sale a bordo della nave dove conosce gli altri membri dell'equipaggio: il Signor Starbuck (Archimede), primo ufficiale del Pikuod, Mister Flatch (Ciccio), terzo ufficiale e gli infidi ramponieri (Bassotti).

Entrato nella cabina che gli è stata assegnata, Ismaele trova nel suo armadio un gigantesco selvaggio tatuato, ma in realtà si tratta dei tre piccoli e pestiferi paperotti provenienti dall'Oceania, chiamati Quiig, Quoog e Quaag (Qui, Quo, Qua) che si sono imbarcati come clandestini sulla nave e che il Capitano Quachab (Paperon de' Paperoni) assegna alla cambusa sotto la supervisione dello stesso Ismaele.
Il viaggio prosegue; la nave è alla ricerca di una grossa balena bianca, chiamata Moby Dick la Balena Banca, nel cui ventre sono custoditi inimmaginabili tesori, che il mostro ha sottratto dalle stive delle navi che ha fatto colare a picco. Uno di questi tesori è la prima moneta guadagnata da Quachab, su cui il capitano ha fondato la sua stessa fortuna.

Durante un suo turno di vedetta Ismaele causa il suo ennesimo guaio: scambia un iceberg per il dorso di Moby Dick, creando un gran trambusto a bordo del vascello. Per liberarsi di tale sciagura vivente, il Capitano Quachab decide di abbandonare Ismaele su un piccolo isolotto sperduto, ma proprio in quel momento il Pikuod viene attaccato da un calamaro gigante, che solo grazie all'abilità di Quiig, Quoog, Quaag, (i tre paperotti) riesce ad essere respinto negli abissi più profondi.

II episodio[]

La ricerca di Moby Dick è lunga e infruttuosa e il Capitano Quachab e la sua ciurma devono affrontare gli attacchi dei pirati e terrificanti tempeste, ma infine incontrano un vascello che è stato speronato dalla balena bianca. Il capitano del veliero confida a Quachab dove si è diretto il capodoglio e finalmente le vedette del Pikuod avvistano Moby Dick.

Il capitano fa armare due lance per uccidere il cetaceo, ma questo riesce facilmente a distruggerle e poi inghiotte il capitano e alcuni dei suoi uomini. Dentro la pancia della balena ci sono infinite ricchezze, ma Quachab riesce a ritrovare la sua preziosa moneta, che però gli viene sottratta da Trallalah (Amelia) che rivela di essere una terribile fattucchiera che vuole arricchirsi grazie al sortilegio di Mida. La strega viene fermata dai ramponieri che hanno costruito una zattera per portare in superficie quanto più oro riescono a caricare. Essi ammaliati dalla ricchezza futura compiono un ammutinamento generale e vogliono abbandonare Quachab al suo destino, ma questo riesce ad avere la meglio sulla sua ex-ciurma.

Impadronitosi della zattera il capitano carica i suoi avversari svenuti sull'imbarcazione e poi accende un fuoco nella pancia di Moby Dick per indurla a tossire e sputarli fuori. Dopo essere tornati in superficie i naufraghi vengono recuperati dal Pikuod.

Alla fine Quachab è riuscito a trovare quello che stava cercando, ma nessuno saprà mai cosa stava cercando Moby Dick.

Differenze con il romanzo[]

Topo3004

Copertina di Topolino 3004 dedicata al secondo episodio

La storia rimane molto fedele al romanzo tuttavia, per rispettare i canoni Disney Artibani ha dovuto apportare alcune modifiche alla trama, che si distacca completamente da quella scritta da Melville soprattutto nella seconda parte, in cui la tragica fine dell'intero equipaggio non poteva ovviamente essere rappresentata in un fumetto Disney.

  • Queequeg nella storia è un clandestino a bordo della nave, mentre nel romanzo è intimo amico di Ismaele con il quale decide di registrarsi tra le file della ciurma di Achab. Artibani inoltre decide di spezzettare il personaggio in tre parti, facendolo interpretare da Qui, Quo, Qua.
  • Starbuck, il primo ufficiale della nave è completamente fedele al capitano e non osa mai contraddire un suo ordine diretto, affermando di aver lasciato a terra ogni sua opinione prima di imbarcarsi. Nel romanzo egli è in realtà l'unico membro dell'equipaggio a opporre una certa resistenza nei confronti del carismatico ma monomaniacale capitano. Il primo ufficiale sostiene ripetutamente che lo scopo della nave dovrebbe essere quello di cacciare le balene per ottenere il loro olio e con un po' di fortuna, far ritorno a casa il prima possibile. Persino il giorno dell'ultima battaglia il primo ufficiale cerca disperatamente di far rinsavire il capitano.
  • Nella storia a fumetti l'ultima battaglia si conclude con un finale completamente diverso da quello del romanzo, in cui Moby Dick distrugge l'intero vascello e il solo Ismaele riesce a sopravvivere allo scontro. Artibani sceglie di far concludere la sua opera in una maniera molto simile a quella della favola di Pinocchio. Il Capitano, Ismaele e altri membri della ciurma vengono inghiottiti dalla balena. All'interno dell'immenso cetaceo i Bassotti e Amelia svelano il loro vero scopo: arricchirsi, ma vengono sconfitti con facilità e alla fine la ciurma riesce a salvarsi accendendo un fuoco dentro la pancia del capodoglio cosicché sia costretto a tossirli fuori.

Analisi[]

Moby Dick

L'inizio del racconto

La storia si discosta molto dal classico genere parodistico Disney, Francesco Artibani infatti riduce al minimo la comicità smorza-tensione e caratterizza i personaggi il più possibile simili a quelli del romanzo. Sembra infatti di leggere una trasposizione a fumetti del romanzo originale, più che una sua caricatura, i personaggi disneyani sono calati completamente nei panni dei balenieri del Pequod e, come nel caso di Paperoga e Archimede Pitagorico, anche il loro carattere è diverso da quello che hanno nelle classiche storie Disney.
Artibani, come lui stesso afferma[2] ha voluto riprendere la caratterizzazione classica che Carl Barks tratteggiava per i paperi. Paperone è cupo, solitario e ossessionato dal suo denaro, la figura perfetta per impersonare Achab, anche lui misantropo, schivo e monomaniacale, ma al contempo carismatico. Qui, Quo, Qua sono tratteggiati secondo l'antica tradizione disneyana: pestiferi e insolenti combinaguai, che si divertono a vessare il povero Paperino con scherzi e sberleffi.
Artibani per scrivere la sceneggiatura di questa parodia ha preso spunto dalla storia Topolino e il mostro bianco del 1938 di Merrill de Maris e Floyd Gottfredson, ma anche dalle graphic novel di Moby Dick realizzata da Bill Sienkiewicz e quella di Dino Battaglia.[3]

Paolo Mottura, il disegnatore della storia ha scelto di disegnare questa storia rifacendosi a tre Maestri Disney di sempre: Carl Barks, Marco Rota, ma soprattutto Fabio Celoni, il cui stile viene spesso richiamato in numerose vignette. Mottura ha scelto di utilizzare l'imbarcazione come se fosse il palco di un teatro su cui i personaggi devono muoversi e recitare. Per questo a volte la barca appare deformata o alcuni suoi particolari non sono disegnati in maniera realistica, ma soltanto ai fini di un gusto estetico sovrabbondante. I disegni infatti sono ricchissimi di particolari, a volte persino stucchevoli ed esagerati, non hanno un fulcro centrale su cui il lettore può concentrare lo sguardo, ma anche i personaggi in secondo piano sono particolareggiati con perizia. La bellezza dei disegni viene accresciuta dalla sapiente colorazione di Mirka Andolfo che riesce a rendere graficamente le atmosfere cupe e minacciose che sono narrate nella storia.

Curiosità[]

  • La barca su cui il Capitano Quachab navigava il giorno del suo primo sfortunato incontro con Moby Dick, si chiamava Glittering Goldie, nome inglese di Doretta Doremì, la fiamma di Paperon de' Paperoni ai tempi del Klondike.
  • I pirati malesi che attaccano il Pikuod nella seconda parte della storia, in base alla volontà precisa di Artibani, sono disegnati come i corvi antropomorfi che Giovan Battista Carpi ideò per i personaggi di Yanez, nelle storie di Sandopaper, parodia delle imprese di Sandokan e dell'ispettore Javert nella storia Il mistero dei candelabri, ispirata al romanzo I Miserabili di V. Hugo.[4]
  • L'idea della fuga dalla Balena, facendola tossire con il fumo, è lo stesso stratagemma ideato da Pinocchio, nel film Disney.

Ristampe[]

Galleria[]

Moby Dick Gallery 01Moby Dick Gallery 02Moby Dick Gallery 03Moby Dick Gallery 04Moby Dick Gallery 05Moby Dick Gallery 06

Collegamenti esterni[]

Note[]

  1. [1] Moby Dick (romanzo)
  2. Vedi intervista a Francesco Artibani pubblicata su Topolino 3003
  3. [2] Intervista ad Artibani e Mottura
  4. [3] Scheda del personaggio di Yanez sull'INDUCKS
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